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L’importanza di respirare

21 Aprile 2020

 

Perché è così importante la respirazione nell’esercizio? E sopratutto perchè è importante coinvolgere il diaframma?

Un numero sempre più crescente di studi, ha evidenziato come il respiro diaframmatico provochi una risposta positiva al rilassamento del nostro corpo e doni effetti benefici sia mentali che fisici.

A livello psicologico gli studi si sono concentrati sull’esaminare come questo tipo di respirazione influisca sulla risposta cognitiva, affettiva e dei livelli di cortisolo (ormone steroideo appartenente ai glucocorticoidi)  allo stress. Uno studio in particolare, sulle sindromi ansiose, ha dimostrato che un training di specifici esercizi diaframmatici ha portato all’abbassamento dei livelli di ansia.  Inoltre sembra avere un ruolo fondamentale sul miglioramento delle performance attentive e di controllo non solo sugli adulti, ma anche sui bambini.

Conosci la tua anatomia e conoscerai te stesso:

Dal punto di vista anatomico il diaframma è il più importante muscolo respiratorio. La sua contrazione ha l’effetto di abbassare la cupola diaframmatica e assieme all’elevazione del torace operata dai muscoli inspiratori determina l’espansione della cavità toracica e dei polmoni necessaria al richiamo d’aria nelle vie aeree durante l’inspirazione. Inoltre assieme ai muscoli addominali e al diaframma pelvico, partecipa all’aumento di pressione nella cavità addominale necessaria alla minzione, alla defecazione e ad altre funzioni del apparato gastrico.

E’ una lamina muscolo-tendinea con la forma di una cupola , formato da un ampio tendine centrale detto centro frenico . Il diaframma si inserisce tramite i pilastri diaframmatici (dei fasci carnosi del muscolo) a livello dello sterno, sulle coste e sulle vertebre della colonna vertebrale lombare ( dalla 2^ alla 4^) .

E’ facile intuire come un’alterazione diaframmatica possa comportare alterazioni anche di carattere lombare e viceversa.

Durante un’azione muscolare generalizzata , il nostro corpo reagisce anche a livello diaframmatico, coordinando la respirazione al gesto motorio. Questo permette maggiore ossigenazione dei tessuti, sinergia dei vari muscoli alla realizzazione del gesto motorio, miglioramento della forza espressa perchè si ha maggiore stabilità nel compiere il gesto e in sostanza una funzionalità migliore di tutto il gesto che vogliamo compiere.

Quindi viene spontaneo asserire che è fondamentale utilizzare la respirazione durante un esercizio o durante un allenamento. Gli sportivi ad alto livello sanno bene come devono coordinare il respiro mentre eseguono il gesto tecnico per ottenere la loro miglior performance.

In una condizione algica spesso il diaframma viene bloccato in una fase di inspirazione superficiale, ovvero viene ridotta la capacità di contrarsi e viene limita l’espansione .  Si ha così una fissazione del centro frenico, che porta a una trazione sulla muscolatura paravertebrale. Quest’ultima azione può portare ad un atteggiamento di compenso del tratto lombare che va in iperlordosi.(l’accentuazione di questo atteggiamento può verificarsi anche per la contrazione dei muscoli ileopsoas e trasverso dell’addome.)

Il diaframma, se sollecitato a contrarsi con le modalità riportate, priviligerà la funzione inspiratoria, che così finirà per cronicizzarsi.

Ecco perchè l’esercizio terapeutico e molte tecniche riabilitative associano la respirazione al trattamento, alcune ne fanno l’aspetto primario.

I tempi della respirazione :

Quando respiriamo normalmente  non ci rendiamo conto di farlo!

Non esiste semplicemente l’inspirazione e l’espirazione , respirare comporta dei meccanismi ben più complessi di quanto possiamo pensare.

Proviamo a pensare al diaframma come un bilanciere di un pendolo che scandisce il tempo della vita, perchè senza il suo movimento ci sarebbe impossibile sopravvivere . Infatti concorre ad una funzione primaria che è appunto la respirazione, ma il centro frenico rappresenta il luogo di incontro dove tutte le catene muscolari del nostro corpo sono interconnesse. Se il gesto che stiamo compiendo lo richiede, le catene muscolari possono integrare nel loro funzionamento il diaframma temporaneamente, come accennato prima. Viceversa anche una problematica delle catene muscolari può riversarsi sul diaframma e una problematica respiratoria può portare a problemi posturali.

Un atto respiratorio è fondamentalmente costituito dalla fase inspiratoria (durata: 1,3-1,5 sec), dalla fase espiratoria (durata: 2,5 – 3 sec) e da una pausa della durata di circa 0,5 secondi fra le due fasi.

Fisiologicamente, in un adulto sano a riposo, la frequenza respiratoria media (numero di atti respiratori in un minuto) si registra in un range tra i 16 e i 20.

Al di sotto dei 12 atti al minuto si parla di bradipnea, mentre si parlerebbe di tachipnea nel caso in cui gli atti per minuto sorpassassero i 20. 
E’ bene comunque precisare che la frequenza respiratoria è legata sia all’età della persona , che alla frequenza cardiaca. Per esempio nei neonati si  ha una frequenza respiratoria più elevata rispetto che negli adulti:

  • neonati: FR = 30-60/minuto
  • bambini : FR = 21-30/minuto
  • adolescenti : FR = 18-24/minuto
  • adulti: FR= 12-20/minuto

La respirazione a riposo coinvolge solo il diaframma, che si abbassa durante l’inspirazione e sfrutta la pressione e la gravità nell’espirazione. Sotto sforzo invece l’ inspirazione coinvolge anche la muscolatura accessoria : superiormente i muscoli scaleni , gli sternocleidomastoidei, i piccoli e grandi pettorali , lateralmente i muscoli gran dentati e inferiormente i piccoli dentati postero-inferiori. Inoltre per consentire un corretto funzionamento di questi muscoli il nostro corpo stabilizza la parte inferiore con l’attivazione dei quadrati dei lombi e dello psoas. Questo ci fa capire come la respirazione possa coinvolgere la testa, la colonna cervicale, il cingolo scapolare, le braccia , la colonna dorsale, la colonna lombare e il bacino e le anche.

Si sviluppa così un complesso sistema sinergico fondamentale per il corretto funzionamento dell’atto respiratorio.

La respirazione fisiologica, normale e tranquilla dell’uomo, è detta eupnea.

Alterazioni del ritmo respiratorio sono:

  • Dispnea : respirazione affannosa , difficoltosa
  • Apnea: assenza di respirazione oltre i 15 sec
  • tachipnea : aumento della frequenza respiratoria
  • bradipnea: diminuzione della frequenza respiaratoria
  • iperpnea: aumento della profondità e frequenza respiratoria

Queste situazioni possono presagire patologia , ma anche possono essere indotte volontariamente o verificarsi causa di una situazione non necessariamente patologica ( pensiamo per esempio come dopo una corsa possiamo presentare dispnea, ciò non significa avere un problema patologico, ma rientra nella normale fisiologia) e non rappresentare quindi un sintomo relazionabile ad una patologia.

RUOLO DELLA RESPIRAZIONE TERAPEUTICA: PRIVILEGIARE L’ESPIRAZIONE

Nell’inspirazione controllata si ha un aumento dei tre diametri toracici (sagittale, longitudinale e trasverso) per effetto di una discreta elevazione delle coste inferiori e dello sterno e per l’abbassamento del centro frenico.

Nell’inspirazione controllata si richiede un maggior reclutamento della muscolatura accessoria inizialmente e poi del diaframma .

TEMPO 1 : inspirare gonfiando prima la pancia, poi il petto

TEMPO 2 : espirare a partire dal petto e quindi anche “sgonfiando” l’addome.

TEMPO 3: stasi di recupero

Consigli per respirare bene

Gli esercizi per imparare a respirare bene

Ogni 3o minuti dovremmo fare un respiro profondo con pancia, petto, coste, scapole e diaframma.

Per poter eseguire questo genere di respirazione bisogna fare pratica e difficilmente riuscirete fin da subito, ma con pazienza e costanza si può raggiungere una dinamica respiratoria corretta .

Il primo obiettivo che andremo a raggiungere sarà quello di sbloccare il vostro respiro e ricordare alla vostra mente dell’esistenza di un muscolo importantissimo: il diaframma appunto. Per prima cosa si deve cercare un ambiente confortevole, privo di distrazioni ( bambini che giocano, compagno che fa le pulizie, ecc..)

Sdraiatevi a terra su di un tappetino o su di una superficie confortevole, accomodate la vostra posizione in maniera che siate il più comodi possibile, cercando di evitare le tensioni sulla colonna vertebrale. Ponete una mano sulla pancia e l’altra sul petto. Ricordate che l’espirazione non deve essere forzata, ma dolce e lenta.

Esercizio numero 1

Con una mano sulla pancia e l’altra sul petto cercate di inspirare verso come se voleste gonfiare la pancia. Questo serve per reclutare il diaframma; si deve quindi cercare di mantenere ferma la mano che sta sul petto, così da non coinvolgere la muscolatura accessoria della respirazione. eseguite almeno 20 cicli respiratori ( tempo1 + tempo2 + tempo 3 ).

Esercizio numero 2

Adesso si cercherà di coinvolgere soprattutto la muscolatura accessoria , quindi cercate di gonfiare il petto in inspirazione, mantenendo ferma la mano sulla pancia. Eseguite 10 cicli respiratori.

Esercizio numero 3

Si va adesso a combinare l’esercizio 1 con l’esercizio 2 : effettuate 1 ciclo respiratorio come nell’es.1 e di seguito come nell’es. 2  per 10 ripetizioni.

 

Dopo qualche settimana di esercizi dovreste avere una migliore padronanza della vostra respirazione e sarete sicuramente in grado di eseguire gli esercizi svolti in precedenza anche in posizione seduta o in piedi.

Esercizio avanzato 1 

Successivamente si può provare a migliorare le nostre doti di coordinazione . Provate a respirare con la pancia, gonfiatela tutta e concludete la fase di inspirazione gonfiando anche il petto. Quindi espirate tutto insieme ma sempre lentamente senza forzare.

Esercizio avanzato 2

Altro esercizio, inverso al precedente : provate a respirare con il petto, gonfiatelo completamente e aggiungete l’inspirazione completa di pancia. Espirate tutto assieme.

Esercizio avanzato 3 

Adesso provate a scomporre l’espirazione come avete fatto con l’inspirazione. Ovvero mentre espirate, provate a sgonfiare la pancia e dopo il petto o viceversa.

 

Gli esercizi che vi abbiamo riportato sono molto utili per allenare la  respirazione  e renderla più armoniosa, ma in alcuni casi potrebbero non bastare: la respirazione come abbiamo visto è un atto molto complesso e coinvolge molte più parti del corpo (come muscoli e ossa) di quelle che di norma si potrebbe pensare.

Spesso si riesce a migliorare la dinamica respiratoria, ma la persona nota sempre la presenza di qualcosa che blocca il respiro, che costringe e non permette la completa libertà del movimento. In questi casi serve l’aiuto di uno specialista che , individuando le restrizioni e le possibili cause, interviene con esercizi più specifici e adatti per la problematica in particolare di quella persona .

Lo stesso vale nel caso in cui si voglia proseguire il  percorso migliorando ancora di più o si senta la necessità di approfondire le dinamiche respiratorie- per esempio in ambito sportivo-


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10 consigli dalla Psicologa: gestire lo stress da quarantena

30 Marzo 2020

 

 

 

L’argomento ci sta a cuore! Gran parte degli Italiani è a casa in isolamento sociale per cercare di contrastare il contagio da coronavirus . Le autorità ce lo hanno giustamente imposto e chiunque fa del proprio meglio per stare nella propria abitazione e ridurre al minimo indispensabile le uscite. Questo significa cambiare le nostre abitudini, fare delle rinunce e per qualcuno anche rimettere in gioco anche gli equilibri familiari. Molti si sono dovuti confrontare con una nuova modalità lavorativa : lo smart working  e non sempre è semplice, ma soprattutto non è per tutti . Inoltre c’è l’ansia per il contagio, l’incertezza su come evolverà la situazione …. Tutto questo può portare ad accumulare tensioni o comunque a sviluppare stress o ansia , che se mal gestita può sfociare in litigi o addirittura in depressione.

Chi ha figli è ancor più sottoposto a stress,  perché si trova a dover organizzare in molti casi lo studio e i compiti del proprio figlio o se i bimbi sono piccoli , si dovrà trovare il modo di intrattenerli entro le 4 pareti della propria abitazione ! (vedi l’articolo “giocare in casa con i nostri bambini in maniera costruttiva”) .

Quindi abbiamo chiesto alla nostra Psicologa e Psicoterapeuta , la Dr.ssa Martina Pucciarelli , la quale ci ha dato alcune indicazioni

10 consigli per gestire lo stress conseguente all’isolamento di questo periodo:

  • Lasciamo spazio alle informazioni che ci arrivano dall’Italia e dal mondo in maniera controllata. Non ci è d’aiuto esporsi a notizie per tutta la durata della giornata, meglio cercare di circoscrivere lo spazio dedicato a questo tipo di informazioni ad un preciso momento della giornata e per un arco di tempo ristretto, privilegiando sempre l’ascolto e/o la lettura di fonti affidabili (Siti ufficiali OMS, ISS, Protezione Civile ecc.).
  • Via libera a smartphone, tablet e pc per fare videochiamate con parenti ed amici: questo ci aiuterà a combattere il senso d’isolamento e solitudine.
  • Cerchiamo di mantenere quanto più possibile una routine regolare per quanto riguarda le ore e i tempi del sonno, la qualità dell’alimentazione e la cura e l’igiene personale (non restiamo tutto il giorno in pigiama).
  • Pratichiamo almeno 30 minuti di attività fisica al giorno (yoga, pilates, tapis roulant, cyclette, esercizi fisici in casa o in giardino ecc.).
  • Dedichiamoci ad attività manuali (pulizia della casa, cucina, giardinaggio, lavoretti manuali ecc.).
  • Facciamo cose che rimandiamo da tempo o cimentiamoci in cose nuove che non avremmo mai trovato il tempo (e a volte anche il coraggio!) di fare.
  • Al di là della convivenza, ritagliamoci dei brevi momenti tutti per noi.
  • Pensiamo alle 3 cose che ci mancano di più in questo periodo e ricordiamo di dare a queste valore una volta che tutto quello che stiamo vivendo sarà passato.
  • Evitiamo continue ed inutili lamentele e proviamo a sforzarci di trovare qualche aspetto positivo in questo periodo di isolamento (più tempo a disposizione, meno fretta, meno impegni ecc.).
  • In queste settimane stiamo assistendo all’attivazione di psicologhe e psicologici che prestano servizi on line in tutta Italia. Se sentiamo il bisogno di condividere ciò che proviamo con personale esperto, mettiamo da parte timori e vergogne e contattiamo un professionista per condividere e alleggerire il nostro disagio.

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